Manderemo 1 milione di persone su Marte e creeremo tanti posti di lavoro. Ecco il piano di Elon Musk

 

Elon Musk è uno degli utenti Twitter più prolifici, e in uno scambio di battute degli scorsi giorni ha rivelato uno dei più ambiziosi programmi di SpaceX: l'azienda ha pianificato di costruire una città su Marte al fine di popolarla con circa un milione di abitanti entro il 2050. Per riuscirci dovrà costruire una flotta di 1000 Starship, un razzo in fase di sviluppo oggi da oltre 110 metri di lunghezza progettato nello specifico per i viaggi nello spazio profondo.

Elon Musk ha poi indicato che il traguardo finale è di lanciare una media di tre Starship al giorno, in una finestra temporale studiata per rendere sicuro ed efficiente il viaggio, rendendo i viaggi su Marte disponibili a tutti"Deve essere tale che chiunque possa andare se lo desidera, con prestiti disponibili per coloro che non dispongono della somma richiesta". Viaggiare verso Marte potrebbe essere inoltre una sorta di investimento per il futuro. Musk ha precisato infatti che "ci sarà un sacco di lavoro" disponibile per tutti.

Se costruito così come da progetto, Starship sarà il sistema di lancio spaziale più potente mai creato: ogni lancio dovrebbe essere in grado di inviare nello spazio più di 100 tonnellate di materiale e fino a 100 persone. Musk non ha specificato cosa sia necessario introdurre nella navicella per ogni lancio, tuttavia è prevedibile che grossa parte della disponibilità sia occupata da cibo, acqua, materiali e strumenti per la costruzione degli avamposti marziani.

Perché "la vita diventi multiplanetaria" è necessario che vengano inviati in orbita anche sistemi di assistenza alla vita avanzati, e diverse centinaia di migliaia di tonnellate di materiale. Con mille voli la flotta di Musk potrebbe mandare su Marte circa 100.000 persone, sfruttando le brevi finestre temporali (circa ogni 26 mesi) che consentono, in base all'allineamento fra Terra e Marte, di viaggiare in maniera efficiente sul piano del consumo di carburante.

Secondo Musk è possibile ottimizzare le tempistiche e i costi di viaggio caricando la flotta marziana nell'orbita terrestre, e poi da lì inviare tutte le 1000 navi in una finestra di 30 giorni ogni 26 mesi. È da osservare che Musk è oggi meno ottimista rispetto al passato, quando indicava che saremmo riusciti a inviare le 1000 Starship ogni anno, e non ogni 26 mesi. Si tratta comunque di traguardi entrambi difficili da raggiungere con le tecnologie attuali.

Il 27 Dicembre scorso Musk aveva dichiarato che un nuovo prototipo di Starship potrebbe essere lanciato già entro la fine di marzo. Lo sviluppo è stato rallentato, subendo un ritardo, dopo un'esplosione involontaria avvenuta durante un test di pressurizzazione del serbatoio di carburante dello scorso 20 novembre. SpaceX dovrà costruire circa 20 prototipi prima che gli ingegneri possano garantire voli sicuri per carico e persone. Il sistema di lancio completo includerà anche un booster chiamato Super Heavy, con il razzo che raggiungerà quindi una lunghezza di circa 118 metri.

Sopra il booster ci sarà la navicella Starship, che si staccherà una volta esaurito il carburante del booster e che sarà in direzione verso Marte. Entrambe le componenti principali del sistema saranno riutilizzabili, con un costo per il singolo lancio che dovrebbe essere intorno ai 2 milioni di dollari. Si tratta anche questo di un piano estremamente ambizioso: basti pensare che la cifra che ha in mente Musk è centinaia di volte inferiore rispetto a un lancio dalle caratteristiche simili eseguito con gli attuali space launch system, anche quelli progettati e attualmente in uso dalla stessa SpaceX.

 

La Starship vedrà diverse tappe intermedie prima di raggiungere Marte: oltre alla prova entro fine marzo, SpaceX ha dichiarato di voler organizzare un lancio del razzo con una persona dentro già entro la fine del 2020. Inoltre, la navicella dovrebbe raggiungere la superficie lunare, secondo i piani attuali, entro il 2022. Oltre alla fase progettuale SpaceX dovrà affrontare anche diverse sfide normative, come ad esempio garantire la piena sicurezza degli abitanti delle località vicine alla zona di lancio sulla Terra.

 

 

Nel 2015 la NASA lanciò il 3D-Printed Habitat Challenge per la creazione di alloggi artificiali per ospitare nel futuro i residenti marziani. Ora, l’agenzia, insieme al suo partner di progetto, l'Illinois Bradley University, ha selezionato cinque concorrenti, valutando i modelli virtuali creati da ciascuno di loro. Di questi progetti è stata valutata l’effettiva fattibilità e funzionalità rispetto alle dure condizioni del pianeta rosso. Le cinque squadre hanno avuto a disposizione ben 100.000 dollari da dividersi tra loro, e le due migliori squadre hanno vinto quasi 21.000 dollari ciascuna. Zopherus dell'Arkansas, ha immaginato un habitat costruito tramite stampanti 3D in grado di installare e coordinare macchinari capaci di recuperare materiali locali per costruire. AI. SpaceFactory di New York, ha progettato un habitat cilindrico per il massimo utilizzo dello spazio. Il Team Kahn-Yates di Jackson, Mississippi, ha presentato un design con punti traslucidi per far entrare la luce, in grado di resistere alle tempeste di sabbia di Marte. SEArch + / Apis Cor di New York ha dato la priorità alla creazione di un habitat in grado di far entrare la luce e fornire una forte schermatura contro le radiazioni. Infine, la squadra Northwestern University dell'Illinois ha creato una struttura con un guscio sferico ed una cupola parabolica esterna. Desiderano inoltre utilizzare un recipiente gonfiabile come base per una stampante 3D, così che possa stampare rapidamente una cupola con i raggi incrociati. Le cinque squadre devono ora dimostrare che le loro idee sono realizzabili in modo autonomo con la stampa 3D .